CASTELLANA GROTTE

VILLA COMUNALE TACCONI - Viale Moro


Sul limite sud del tessuto urbano di Castellana Grotte sorge un sistema di tre giardini nati in periodi diversi. Il primo è Villa Tacconi, risalente al 1934. Il secondo è la Villa comunale nuova del 1963, detta la Villa, alla sua inaugurazione partecipa Aldo Moro a cui verrà dedicato un busto. Il terzo è un giardino per bambini di recente costruzione.

La realizzazione di Villa Tacconi si deve alla donazione di un cittadino di Castellana, Giovanni Tacconi. Questi abbandona l’Italia nel 1870 per cercare fortuna in America, a San Francisco in California accumula una discreta fortuna e ricopre cariche massoniche. Dopo trent’anni torna in Italia e si stabilisce a Bari. Decide di dedicare un monumento a Cristoforo Colombo nel comune che gli ha dato i natali, ma la potestà Persio gli suggerisce di contribuire alla costruzione di un’opera pubblica di cui il comune avrebbe avuto bisogno e di posizionarla nella zona allora detta “Trepizzo”. Tacconi dopo aver passato alcuni giorni nel paese decide di realizzare un giardino comunale, per il quale offre una somma di lire centomila in titoli di Stato. Il giardino viene aperto al pubblico il 24 maggio 1934 alla presenza del prefetto Perez. Costò in tutto oltre 350.000 lire, compreso lo chalet, ma senza il contributo di Tacconi l’opera non sarebbe stata iniziata. Le strutture architettoniche delle ville storiche vengono restaurate nel 2000.

Villa Tacconi ha un impianto all’italiana molto semplice ed una forma riconducibile ad un triangolo isoscele. Lungo l’asse centrale si allineano l’ingresso principale sul vertice del triangolo, una piazza circolare ed uno chalet che offre una quinta a chiusura del giardino. L’ingresso principale è su Viale Moro, porta ad una piazzola dalla quale si diramano tre strade alberate. Quella centrale, in lieve salita, è lunga 65 m e porta alla piazza circolare, crocevia di otto percorsi simmetrici. Sui lati lunghi sono presenti altri due accessi secondari. 

La villa comunale nuova è ad est di villa Tacconi, costeggia Via Francesco dell’Erba e segna il limite del tessuto urbano. Ha un impianto irregolare riconducibile al giardino all’inglese. Ci sono due accessi dalla strada, uno dei quali presso una struttura che ospita una pizzeria ed un bar. Il giardino è inclinato verso un’area di raccolta per le acque, una sorta di bacino naturale di raccolta del comune, terminante in un canalone, un ponte ed una diga risalenti al 1911. Il giardino più recente è un semplice triangolo con una piazzola circolare contenente i giochi per i bambini.

Le piantumazioni del sistema sono varie. Il giardino fascista ospita un gran numero di imponenti pini marittimi che ombreggiano i percorsi. Gli alberi risalgono all’inaugurazione del 1934. Le aiuole sono incorniciate da cespugli di oleandro. Sono presenti anche palme, abeti ed alberi da frutta. Nella villa nuova la vegetazione è più varia, con pini ed abeti di vario tipo, palme, agavi, querce e cespugli vari.

Tutto il perimetro di Villa Tacconi è delimitato da un muretto in pietra in opera quadrata regolare, alto 1,2 m circa, intonacato all’interno ed a vista all’esterno, ogni 4 m circa è rinforzato da lesene. Nei punti di massimo dislivello rispetto Via Francesco dell’Erba si appoggia su un muro di terrazzamento in blocchi irregolari montati a secco.

Gli ingressi sono marcati da pilastri a base quadrata. Quello principale è chiuso dal cancello originale in ferro battuto recante lo stemma del comune, il castello turrito sormontato dalla corona di comune, ed il fascio littorio. All’interno del giardino si trovano panchine in cemento a forma di S. La pavimentazione del giardino è in pietra irregolare, ad esclusione di alcune stradine e della piazza circolare, pavimentate con betonelle.

Ogni percorso della villa è segnato da lampioni in ghisa con tre lampade, posti su plinti in cemento armato. I plinti sono a base quadrata e decorati con rilievi rappresentanti ghirlande di frutta, rette da teste di leone negli angoli. Due plinti dei percorsi secondari raffigurano lo stemma del comune, in luogo delle ghirlande. Nelle zone più nascoste si incontrano un tavolo in cemento con una scacchiera ormai distrutto, i resti di una gabbia per piccioni a base esagonale, una pompa per l’acqua, un tavolo sostenuti da grifi in pietra, una fontana decorata in pietra ed un busto di Andrea Angiulli.

Lo chalet è originariamente una struttura ad un livello con una facciata molto semplice composta di quattro lesene scanalate ed una trabeazione. Al terrazzo si accede da una scala laterale, sulla quale è apposta la dedica a Tacconi “Gianvito Tacconi fu Onofrio e fu Maria Giannuzzi primo fra gli operai di castellana ad emigrare negli stati uniti d’America ove propiziata da lavoro fortuna gli arrivi donava questo pubblico giardino a testimonianza di amore e devozione alla terra natale – XXIV MAGGIO MCMXXXIV”. Presso la scala sono stati realizzati due conigli in pietra con colonnine. Nel 2000 la struttura viene acquisita da un privato, riadibita a pizzeria e pesantemente rimaneggiata. Viene aggiunto un livello superiore ed un pergolato in vetro, alluminio e legno, le lesene sono chiuse da saracinesche. Il giardino del 1963 ha una struttura in cemento ad un livello con un bar. In un piazzale è posizionata una pedana in legno per concerti. Il muro perimetrale è poggiato su un muro di contenimento in opera regolare montata a secco. In un’aiuola si trova il busto in bronzo di Aldo Moro posto su un alto basamento in pietra.

 

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Orari di apertura: sempre aperto


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Curatore: Gabriele Stingi
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