Molto suggestiva la collocazione della Villa comunale di Nardò, situata ai margini del centro storico (che ne costituisce il confine sul lato Ovest) e chiusa, ad Est, dal castello aragonese; a
Sud, antiche mura in calcarenite locale si estendono lungo via Roma. Nella piccola porzione di giardino esposta a Nord si apre il cancello d’ingresso, affacciato su piazza Cesare Battisti,
all’imbocco di via Lata. Di dimensioni - circa 4000 mq di terreno pianeggiante - il giardino botanico è un parco pubblico di proprietà del Comune di Nardò, interamente recintato e accessibile
negli orari di apertura al pubblico.
La storia del giardino è legata alle vicende dell’antico castello - dotato di torrioni e circondato da un fossato difensivo - costruito alla fine del 1400 da Belisario I duca di Acquaviva d’Aragona, signore della città. Alla fine del 1800 l'aspetto del maniero, divenuto proprietà della famiglia Personè, si trasforma profondamente. Su progetto dell’ingegnere salentino Generoso De Maglie, l’edificio diventa una residenza signorile; il fossato viene colmato, tranne la parte ad Ovest, sulla quale De Maglie impianta il giardino privato della residenza. In seguito ad un rovescio di fortuna dei Personè la proprietà viene sequestrata, messa all’asta e acquistata, nel 1934, dal Comune di Nardò; attualmente, l’edificio ospita il Municipio.
Lo spazio verde storico risulta perfettamente integrato al castello. Una parte dell’area, corrispondente a un tratto dell’antico fossato difensivo, si estende ad una quota inferiore rispetto al piano stradale esterno e alla parte “alta” del giardino storico. Quest’ultima zona - resa comunicante con il giardino inferiore grazie a una rampa - è il risultato di considerevoli antichi riporti di terreno, così da articolarsi su quote sensibilmente superiori (fino a tre metri) rispetto al circondario.
Per la sua antica origine e per la suggestione della composizione scenica vegetale, la Villa è sicuramente uno dei giardini storici più belli e rappresentativi del territorio salentino. Alcune “vestigia botaniche” superstiti possono far immaginare l’antico splendore. Tra le più antiche e rare spiccano Justicia adhatoda, arbusto dalla bianca fioritura tardo invernale; Malvaviscus arboreus mexicanus, dai graziosissimi fiori rosso vivo; Livistona australis, elegantissima e rara (da noi) palma australiana, presente nella Villa con un esemplare di notevoli dimensioni. Si possono inoltre ammirare altre piante più comuni, ma degne di nota per dimensioni e vetustà, come Yucca elephantipes, specie sudamericana; Washingtonia robusta (specie nordamericana, presente con esemplari di oltre 20 metri); Pinus helepensis, il pino mediterraneo, 4 esemplari secolari in condizioni critiche; Schinus molle (ultimo superstite - in pessime condizioni - di un gruppo oggi scomparso); Chamerops humilis, unica specie di palma autoctona italiana, presente con alcuni esemplari in perfette condizioni vegetative; Phoenix dactilifera, palma nordafricana naturalizzata già dai tempi degli antichi romani, caposaldo paesaggistico dei giardini storici.
Al centro del giardino, già caratterizzato dalla presenza del Castello aragonese, sorge un pregevole tempietto circolare; sorretto da sei colonne, è sormontato da una cupola e pavimentato con
maioliche azzurre.
Il giardino ha subito nei secoli notevoli rimaneggiamenti di cui si “leggono”, seppure a fatica, talune stratificazioni architettoniche e botaniche. In tempi recenti, un restauro botanico conservativo (concluso nel 2006) ha fatto rivivere un sito in abbandono e chiuso al pubblico. Il restauro ha operato nel rispetto delle stratificazioni nobili e con lo scopo di valorizzare l’originario intento di creare un “giardino dello stupore”, ricco di forme vegetali rare (nuove per i tempi), multiformi e policrome.
Orari di apertura:
tutti i giorni, ore 9,00-13,00 e 15,00-20,00
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REGIONE PUGLIA
Assessorato al
Mediterraneo,
Cultura, Turismo
Progetto co-finanziato con il
Programma delle Attività Culturali per il
triennio 2013/2015