Il Parco comunale si sviluppa a ridosso delle mura urbane di età preclassica, lungo il perimetro settentrionale del centro storico medievale (rione Terra) e ai margini dell’espansione otto-novecentesca della città.
Sorto nella seconda decade del XX secolo, manifesta un’attuale estensione planimetrica irregolare ed è perimetrato da via Santa Sabina, via Aldo Moro e via della Rimembranza.
La superficie originaria di 13 ettari si è ridotta nel tempo agli attuali 7 ettari. In lieve pendenza, il terreno è caratterizzato da roccia affiorante, maggiormente presente in prossimità del Castello e a ridosso del centro storico. In origine la vasta area a verde costituiva un unico grande parco di rappresentanza. A seguito della realizzazione dei plessi scolastici A.M. Cavallo e F. Lanzillotti è stata aperta la strada carrabile via Santa Sabina; quest’ultima ha creato una cesura sull'asse Est-Ovest del parco, dividendolo in due zone, oggi note come Parco Provinciale (a Nord) e Parco Comunale (a Sud, in adiacenza all'organismo architettonico del maniero) intitolato a Salvatore Morelli, scrittore, patriota e deputato per quattro legislature, dal 1867 al 1880.
Il Parco comunale (di proprietà del Comune di Carovigno) è recintato e viene aperto in orario diurno. Il Parco provinciale (di proprietà della Provincia di Brindisi) è invece sempre aperto e accessibile. Tutto il Parco è protetto da vincolo paesaggistico e ospita al suo interno un’ampia area attrezzata per il gioco dei bambini.
Il grande parco nasce come bene privato annesso al Castello Dentice di Frasso, tra il 1906 e il 1930. La contessa Elisabetta Schlippenbach e suo marito, il conte Alfredo Dentice di Frasso, desiderano impreziosire la propria dimora con un parco per il proprio svago, per la ricreazione degli ospiti, per passeggiate a cavallo o in carrozza; il progetto viene elaborato dal botanico leccese Francesco Ingrosso.
L’idea progettuale è chiara e risponde ai desideri dei committenti: un parco disegnato alla maniera ‘italiana’, che rievochi, in piccola scala, i giochi di simmetria e di proporzione propri delle sontuose dimore europee di Versailles, Caserta, Schönbrunn; strutturato come parte integrante del castello, per il tramite di percorsi pedonali distribuiti secondo un disegno tuttora leggibile dall’alto.
Nella zona a monte viene organizzato un orto botanico sperimentale, in cui si eseguono ricerche su piante ornamentali ad alto e a basso fusto e su alberi da frutto autoctoni; ottimi risultati produttivi si raggiungono nella coltivazione del carciofo romano e di una particolare varietà di ciliegia.
La dimora storica e il suo parco sono frequentati da personaggi illustri, come Guglielmo Marconi, spesso ospite dei Dentice di Frasso, al quale la contessa Elisabetta intitolerà il viale principale.
Il Parco sorge su un terreno caratterizzato dalla diffusa presenza di macchia mediterranea e ulivi secolari, elementi tuttora superstiti. Pensato come appendice del maniero, il progetto sfrutta il naturale pendio orografico, per creare spettacolari prospettive panoramiche.
In origine (1920 circa), un lungo asse centrale perpendicolare al castello divide in due parti simmetriche di forma trapezoidale irregolare tutto l’apprezzamento interessato dall'intervento. Altri percorsi secondari si dispongono perpendicolarmente al primo, distinguendosi gerarchicamente per minore ampiezza di sezione.
Il tridente viario e pedonale vicino al castello è interrotto in prossimità del viale trasversale, ancora oggi in parte visibile dietro il plesso della scuola elementare, riprendendo il suo andamento pentapartito in basso e andando a convergere verso il punto d’intersezione naturale. Strade pedonali perimetrali circondano il giardino.
Oggi gli ulivi millenari dominano con le proprie masse la superficie del parco, di cui permane la fisionomia geometrica e austera del complesso e la sua importante funzione coreografica, se posta a confronto con la nobile e imponente mole della torre a forma di ‘mandorla’. Inoltre, il Parco ospita un piccolo viale botanico, molte essenze di macchia mediterranea, il cosiddetto Parco della rimembranza dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, viali profumati con rose rampicanti.
Si rileva altresì la presenza di conci lapidei di grande dimensione di chiara matrice messapica, componenti le mura megalitiche preclassiche allocate in prossimità dell’area, scale in pietra locale detta gentile, fontane originarie in conglomerato cementizio non armato, piccoli totem e segna passo in pietra gentile scolpita a bassorilievo.
Il Parco è connotato dalla presenza di essenze arboree a basso e ad alto fusto: cipressi lungo i viali, querce uniformemente distribuite all'interno delle zone gerarchizzate, agavi poste lungo il ciglio dei viali, ulivi plurisecolari sparsi, roseti e piante a medio-basso fusto e piantate di lavanda e di essenze medicamentose profumate.
Le condizioni di conservazione del Parco sono buone; alcuni necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno cantierizzati a breve.
Orari di apertura: orario diurno
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